27 feb 2012

The Beatles Rock Band (Ps3 / X360 / Wii)


Fortemente voluto da EA ed Apple Records, ma presto abbandonato come un reietto a causa delle vendite inferiori alle aspettative, Beatles Rock Band rappresenta forse il picco massimo e l'inizio della parabola discendente dei Rhythm Games moderni. Uno spettacolare cortometraggio che cita abbondantemente carriera, filmografia e discografia del quartetto di Liverpool ci introduce ad un gioco dove le meccaniche serratissime dei vari Guitar Hero lasciano spazio a ritmi più lenti e facili da gestire, per un gameplay meno incalzante ma più suggestivo: molti dei brani sono accompagnati dai Dreamscapes, ovvero dei video onirici calcolati in tempo reale che vanno a supportare e potenziare l'impatto emotivo delle splendide canzoni dei Beatles. La tracklist è ampia ma priva di alcuni classici dei Fab-Four, che avrebbero dovuto palesarsi come DLC scaricabili. Ma la prematura morte del progetto ha purtroppo posto un freno a tale espansione di contenuti.



Pro:
-Audiovisivamente notevole e suggestivo
-Introduzione del canto armonico
-Ben 45 brani

Contro: 
-Facile rispetto ai Guitar Hero
-Mancano alcuni brani storici


Punto di vista:
Se vi piacciono le canzoni dei Beatles o le atmosfere oniriche non lasciatevelo assolutamente scappare, e aggiungete 1 punto. Se invece odiate lo storico quartetto inglese o i Rhythm games non sono nelle vostre corde, togliete 2 punti.

Prezzo ideale: 10-20 Euro


Voto: 8/10















In Depth:
La simbologia dietro le canzoni dei Beatles.
I Beatles sono certamente uno dei gruppi più rivoluzionari ed influenti nella musica del ventesimo secolo. Molto si è detto e fatto riguardo i fab-four ed i loro brani, ma generalmente quando si parla di artisti dal così grande talento e ormai considerati "leggendari" si tende appunto a creare vere e proprie leggende sul loro conto, anche se magari sono basate sul nulla. Tralasceremo infatti tutte le varie baggianate sull'esistenza del "quinto beatle" che avrebbe sostituito un Paul McCartney morto prematuramente, storia talmente ridicola e improbabile che non merita nemmeno approfondimento (trovate un sosia di Paul altrettanto talentuoso e con la stessa voce, se ci riuscite) e su cui buffe trasmissioni tipo Voyager amano speculare.
Parliamo invece di cose concrete e "volute" dal quartetto inglese: mentre ad inizio carriera i loro brani avevano talvolta messaggi impliciti incentrati
più che altro sul sesso (basti pensare a Day Tripper, che parla figurativamente di una ragazza facile, o Drive My Car in cui una ragazza ambiziosa cerca un "autista" pur senza avere l'auto) proseguendo nella carriera e guadagnando una certa autonomia creativa, iniziarono ad infarcire le canzoni di strani riferimenti. Oltre a pezzi espliciti come Maxwell's Silver Hammer (allegra canzoncina in cui si parla di uno studente esasperato che diventa serial killer), abbiamo l'arcinota Lucy in the Sky with Diamonds, lisergico viaggio in una sorta di paese delle meraviglie le cui assurde visioni sono generate da allucinogeni (infatti le stesse iniziali del titolo sono LSD, e nonostante le risibili dichiarazioni di McCartney secondo cui la canzone fu ispirata da un disegno della figlia, non è affatto una coincidenza).
Altro caso piuttosto eclatante è la surreale I Am the Walrus, in cui si fa riferimento alla figura del tricheco che nella cultura Chukchi rappresenta la morte violenta (come visto anche in una scena di Alice Madness Returns). Nella canzone vengono descritte situazioni e personaggi apparentemente senza senso (anche se c'è una certa insistenza sul binomio poliziotti/maiali) ma alla fine arriva sempre il "tricheco" a mettere fine al tutto. La morte.
Infine passiamo al pezzo forte: uno dei loro brani più famosi e spesso considerato "una simpatica canzoncina per bambini" è Yellow Submarine, brano che diede il titolo anche al loro lungometraggio animato (dove i cattivi sono i Blue Meanies, slang utilizzato oggi per indicare i poliziotti) e che fu omaggiato diversi anni orsono dagli Oasis con la loro "All Around the World". Pochissimi sanno del vero significato di questa strana canzone, che in realtà è piuttosto macabra. Analizziamo il testo:


"In the town where I was born,
Lived a man who sailed to sea,
And he told us of his life,
In the land of submarines,"

Quindi nel paese c'era un vecchio marinaio (?) che parlava della sua vita nella "terra dei sottomarini". Che c'entrano i sottomarini con la terra? Sicuro che il vecchio è proprio un marinaio?

"So we sailed on to the sun,
Till we found the sea green,
And we lived beneath the waves,
In our yellow submarine,"

Quindi i protagonisti della canzone (?) hanno navigato fino al tramonto (?), dove hanno trovato un mare verde (un prato?) e da allora hanno vistuto lì sotto nel loro sottomarino giallo (?). Cos'è questo sottomarino giallo?

"We all live in yellow submarine,
yellow submarine, yellow submarine,
..
And our friends are all aboard,
Many more of them live next door,
And the band begins to play."

Quindi sono tutti "a bordo" e molti loro amici abitano "lì accanto" (in altri sottomarini, eh?) La banda inizia a suonare.. come in un funerale.
A questo punto è palese che il marinaio è in realtà un becchino, il sottomarino giallo è una bara (magari cromata), il tramonto è la morte, il mare vede è il camposanto e gli amici sono gli altri trapassati.

I Beatles hanno più volte inserito riferimenti strani o macabri nei loro brani (addirittura nella cover di Sergent Pepper figura il satanista Aleister Crowley), ma presumibilmente il loro scopo era tutt'altro che esoterico: Una band all'apice del successo, fatta di ragazzi ribelli e goliardici ma che dovevano apparire "acqua e sapone" per volere dei manager. Le loro canzoni venivano talvolta sovrainterpretate o travisate, generando l'ilarità dei quattro; decisero quindi di mettere su questi "scherzi" ai danni del loro stesso pubblico. Per puro divertimento.
E siamo certi che Paul ogni tanto ancora se la ride
.




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